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Wikio Novembre 2010
Ha ragione probabilmente il mio amico Federico, paziente e analitico ricercatore, quando, parlando della facilità con la quale si riesce a trovare informazioni, conoscenze culturali e scientifiche su internet ( e quindi della sua democraticità) , mi metteva in guardia sulla necessita di controllare l’autenticità delle fonti e del loro contenuto. Spesso una notizia, anche se falsa o sbagliata, una volta che viene cristallizzata e “autentificata” su qualche sito ufficiale grazie al copia e incolla inizia a girare sui siti più disparati portando, piuttosto che a informare, a disinformare. Mi ha incuriosito, a questo riguardo, la notizia del Bunga bunga, una pratica sessuale dai contorni ancora indefiniti, che sta girando in queste ore in rete in seguito alle dichiarazioni di una certa Ruby Rubacuori e in particolare l’accostamento fatto in un articolo del Corriere della Sera (giornale sembrerebbe serio ed attento)
con la foto di una quelle meraviglie della natura che noi appassionati di botanica, andiamo a ricercare, l’Amorphophallus titanum. Intanto non posso non notare che il nome della specie nell’articolo è errato, titanium (come il nome di una famosa marca di pentole) invece che titanum. E questo già inizia un po’ a innervosirmi. Poi scopro che l’accostamento di questa immagine è semplicemente legato ad un’omonimia tra il nome (bunga bangkai) con la quale l’Amorphophallus titanum Becc. , che a tutt’oggi viene considerato la più grande infiorescenza del mondo e orgoglio della ricerca scientifica italiana visto che a scoprirlo e nominarlo è stato il grande botanico Odoardo Beccari, veniva originariamente chiamato a Sumatra e bunga bunga la pratica sessuale venuta alla ribalta grazie alle dichiarazione di Ruby. A questo punto il nervosismo si trasforma in inquietudine quando scopro, leggendo subito dopo, il significato della parola bunga bangkai: cioè “fiore cadavere”. Eros e thanatos, amore e morte, tutti ingredienti penso che potrebbero essere adatti per un melodramma o una fiction dall’audience assicurata. Macché, magari. Noi, infatti, che siamo più interessati ai fenomeni della natura piuttosto che ai fenomeni mediatici, sappiamo che il motivo del nome (fiore cadavere) nasce dal fatto che questa infiorescenza, che può arrivare anche a tre metri di altezza, per richiamare insetti impollinatori, che altrimenti non se la filerebbero, è costretta a produrre un odore particolarmente sgradevole che ricorda quello della materia organica in putrefazione. Da questo articolo lo possiamo capire? Macché, di questo non se ne parla. Il fiore cadavere, una pratica sessuale sconosciuta, l’Africa nera, rituali di gruppo. brrr… fate attenzione , léggere un articolo del genere prima di andare a dormire significa addio sogni d’oro, anzi sogni turbati e perturbati. E se magari prossimamente potremmo essere edotti dai canali di informazione mediatica su quale profumo usi Ruby e sulla taglia del suo reggiseno, senz’altro non succederà la stessa cosa per ciò che riguarda l’Amorphopallus titanum. Difficile sarà per esempio sapere che un esemplare si trova all’Orto Botanico di Firenze (figliolo di quello portato da Beccari) e periodicamente (almeno ogni cinque anni) fiorisce con il suo odore nauseabondo per almeno tre giorni. Quando questo succederà ( e penso presto) ve lo farò sapere, per il bunga bunga invece rivolgetevi altrove.
Antimo Palumbo