Viavai Luglio/Agosto 2007
Giunge positiva e di grande effetto la notizia della piantumazione a Roma di cinquecentomila nuovi alberi per la riqualificazione ambientale. Con il nuovo progetto di riforestazione urbana di Roma, presentato a Giugno alla “Casa del Cinema” di Villa Borghese dal sindaco Veltroni e dall’assessore alle Politiche ambientali Dario Esposito, Roma aderisce al programma “Plants for Planet: billion tree campaign” portato avanti dal premio nobel, la keniana Wangari Maathai il cui obiettivo è piantare in tutto il mondo almeno un miliardo di alberi. Il programma degli interventi previsti dal progetto di riforestazione urbana di Roma avrà una durata quinquennale con un costo di circa 9 milioni di euro. Per il biennio 2007-2008, il Comune disporrà di 2 milioni e 100 mila euro, messi a disposizione da Roma Capitale.
Le aree interessate si estendono su 650 ettari nel territorio comunale, con particolare attenzione alle zone all’interno del Grande raccordo anulare. Questi fondi consentiranno di portare a termine il programma relativo alla riforestazione del Monte Cucco e di realizzare il Parco delle Sabine, il Parco Tor Sapienza, il Parco Torre Maura, il Parco di Centocelle e il Parco di Torraccia. A completare questa bella notizia per la città e il suo verde sarebbe interessante per tutti i cittadini di Roma chiarire alcuni punti sulla politica degli alberi a Roma che l’Assessorato all’ambiente ha inconsapevolmente lasciato in sospeso , forse per distrazione o perché nessuno l’ha mai richiesto? 1- Per ciò che riguarda i 9 milioni di Euro destinati alle nuove piantumazioni (diciotto miliardi del vecchio conio così dicevano in televisione qualche tempo fa…) come e dove il Comune di Roma compra questi alberi? Quanto costano, ci sono delle gare? E’ ovvia la constatazione che i costi di costruzione di un edificio sono documentabili . Chi controlla invece che questi 9 milioni di euro, trattandosi di alberi “merce organica e deperibile” siano spesi nella giusta maniera? E ancora: 2 – Quanti dei nuovi alberi piantumati “diventeranno grandi”? Quali sono i dati sulla percentuale di attecchimento e crescita degli alberi piantati dal comune di Roma da 0 a 10 Anni. Probabilmente non ci sono dati in tal senso , perché non c’è nessuno che controlla. La risposta al quesito essenziale : ” se nel 2006 sono stati piantati 10.000 nuovi alberi nel 2012 quanti di questi 10.000 nuovi alberi saranno ancora vivi?” dovrebbe essere la prima voce per analizzare un amministrazione degli alberi positiva e trasparente . 3 – Come mai il Comune di Roma non ha un suo vivaio forestale, compra soltanto e non “alleva alberi” ? Usando sempre l’immagine del mattone : se mi dimentico un forato in giardino e lo recupero dopo 4 anni, lo ritroverò pieno di muffa ma tale e quale a prima, se metto invece in un ettaro di terreno dei semi di Paulownia tomentosa dopo 4 anni avrò un piccolo boschetto a costi quasi zero o contenuti. Sicuramente per i vivai ai quali si rivolgerà il Comune di Roma per gli “incentivi di forestazione” questo sarà un periodo “fortunato” di grandi prosperità economica. 4– Perché investire tanti soldi per piantumare 500.000 alberi e niente per migliorare la qualità, il decoro e il degrado di quelli già esistenti, in particolare nelle alberate stradali, che moribondi vivono come “sofferenti stecchetti” in città ? La consapevolezza che le alberate abbiano un loro ciclo vitale e che quindi debbano essere ogni 50/60 anni essere cambiate è una cosa naturale, ma se poi la manutenzione non c’è, i tempi di crescita (e di ciclo vitale) si dimezzano e gli alberi muoiono precocemente con il relativo sperpero di soldi pubblici. Le ditte che piantumano nuovi alberi (non lo fa più il Servizio Giardini) danno una garanzia di due anni. La cura durante la garanzia è passare una o due volte a mese a mettere un po’ d’acqua, nel famigerato tubo verde che caratterizza oramai gli alberi che vivono in città. Una cura insufficiente.
Antimo Palumbo
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